Tra Riso, Vino, Stradoni e QR-Code

270222_18

DISTANZA:
226Km 
DISLIVELLO:
2100m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Milano (MI)
Percorso andata e ritorno con svariati tratti in comune.
Vedi mappa

SALITE AFFRONTATE:
– Passo del Carmine (619m)
Passo di Pietragavina (729m)
– Pometo (Piccolo Stelvio Pavese) – 534m

DIFFICOLTA’:*
35
TRACCIATO:*
2
PANORAMI:*
3
ORGANIZZAZIONE:*
1

*Valutazioni personali

Milano è ancora avvolta nelle coperte calde quando Claudia e io parcheggiamo la macchina e scarichiamo le bici. L’amarezza si materializza subito sul suo volto, quando si rende conto di aver dimenticato a casa la borsa anteriore contenente Garmin e soprattutto viveri, fondamentali per affrontare una giornata come quella odierna, che si prospetta impegnativa.
Inutile disperarsi, in questi casi bisogna fare squadra, come sempre del resto, quindi divideremo quanto di commestibile ho nella bisaccia.

Ci avviamo verso la partenza, fissata presso un tristissimo benzinaio di Milano. A farci storcere il naso è anche la distanza che non rientra in alcun modo nei margini previsti da ACP, che prevede una discrepanza del 5% in più o in meno. In sostanza: un brevetto da 200Km, può andare dai 190 ai 210Km. Qui invece i chilometri sono 226 e il fatto di imputare la maggiore distanza a lavori, mercati, congiunzioni astrali e destini avversi sembrano poco credibili. Perchè quindi non partire più avanti? Anche perché, semplicemente guardando la cartina, ci si accorge come le soluzioni siano molteplici.
Non che ci spaventi la distanza, ma se ci sono delle regole a quelle bisognerebbe attenersi. Senza calcolare che “andare sempre oltre” scoraggia chi vorrebbe avvicinarsi a questo mondo per la prima volta.

Agganciamo lo scarpino, lasciamo benzinaio, lastricato e binari alle spalle e, in pochi chilometri, usciamo da Milano. Va dato atto, in questo caso, che viene scelta la via migliore per lasciare la città. Abbiamo percorso appena 8Km ed ecco il primo punto di controllo. Viene subito da chiedersi a cosa serva un controllo dopo 8Km, anche perchè 3/4 dei partecipanti non lo notano minimamente e proseguono oltre.
A Moirago imbocchiamo la strada che corre dritta verso Pavia, ma la traccia anziché percorrere la comoda e ampia ciclabile del Naviglio Pavese, tiene i ciclisti sulla Statale dei Giovi. Il fatto di aver abitato da queste parti per anni gioca a nostro favore, così proseguiamo lontani dal traffico. 

In vista della Certosa di Pavia (Km30) è posto il secondo QR-Code, che notiamo su una cassetta delle lettere, dopo qualche titubanza. Di solito, quando i check point sono autogestiti con QR-Code, vengono pubblicate preventivamente delle foto con la descrizione di dove si trovino o vengono fornite precise indicazioni. In questo caso, invece, ogni controllo si tramuta in una sottospecie di caccia al tesoro o di concorso “aguzza la vista”.

In prossimità di Pavia, imbocchiamo la trafficata Tangenziale Est Pavese, che percorriamo per svariati chilometri, senza alcuna attrattiva. Avrò una visione distorta delle Randonnée, ma secondo me, tra le varie peculiarità, ci dovrebbe essere anche la ricerca di strade poco frequentate e che valorizzino il paesaggio. Capisco che questo non sia sempre possibile, ma la sicurezza dei ciclisti dovrebbe essere messa al primo posto, visto che le randonnée si percorrono su strade aperte al traffico.

Tramite il Ponte della Becca ci lasciamo il Po alle spalle e, raggiunta Broni (Km60), l’asfalto prende via via a salire verso le colline dell’Oltrepo. E’ sicuramente la parte più bella del percorso sia per le viste che si aprono metro dopo metro davanti agli occhi, che per l’assenza di traffico. 
270222_3

A Castana (Km 68) è posto il terzo controllo, con ristoro, presso l’azienda agricola Colombi. Uno dei migliori mai trovati sui percorsi in anni di rando, con ogni prelibatezza e un pane appena sfornato. Claudia sfodera la faccia di tolla dei giorni migliori e, con l’infingarda maestria che solo una donna possiede, riesce a fare incetta di cibo per la strada ancora da percorrere. Ripartiamo con nuove energie nei serbatoi e, nel giro di pochi chilometri, raggiungiamo Barbara e Mino coi quali trascorriamo qualche piacevole pedalata fino a raggiungere il controllo il Bivio del Carmine (Km 88), prima di proseguire ognuno del suo passo. 

La discesa in Val di Nizza è scorrevole e fresca, complici i pochi gradi che aleggiano nell’aria, nonostante l’illusione del sole. 
A Ponte Nizza svoltiamo a sinistra e iniziamo la risalita della Val Staffora che, oltre a essere in costante ascesa è anche tediata da un fastidioso vento gelido e contrario. Anche qui la traccia tiene i ciclisti sulla SS461, ignorando la ciclabile che procede parallela.
A Varzi (Km 118) imbocchiamo la salita verso Pietragavina, non prima di aver timbrato al 5° punto di controllo di giornata. Allo scollinamento, a quota 720m, non ci sono più di un pugno di gradi e nelle zone d’ombra è ancora presente la neve. La discesa verso l’alta Val Tidone riesce a congelarci del tutto e, superato il lago di Trebecco, quasi benediciamo la salita verso Pometo che, tra un tornante e l’altro, ci riporta a quota 534m.
270222_15

La stanchezza inizia a farsi sentire nelle gambe, il vento continua a soffiare incurante e le colline sembrano non finire più. Andiamo avanti, sospinti dall’idea di tornare al ristoro presso l’Azienda Agricola che ci ha accolti e rifocillati al primo passaggio. Sentiamo già il profumo di pane, di grana, di crostata… E invece la delusione si materializza sui nostri stanchi volti quando, dopo 160Km, scopriamo che il ristoro è stato preso d’assalto da un esercito di Lanzichenecchi e uno sciame di locuste. Non resta quasi più nulla e non possiamo far altro che farci bastare qualche spicchio di mela e inquadrare il 6° qr-code, prima di risalire in sella e ripartire.

A noi si accoda Ruggero, simpaticissimo randonneur veneto, che ci distrae dalla fatica. Fortunatamente, superate le ultime asperità, il vento placa la sua ira funesta e la nostra pedalata riprende vigore. 
In vista del Ponte della Becca (Km 175) notiamo un bar sulla sinistra che decidiamo di assaltare per reperire qualcosa di commestibile. Si tratta di un’improbabile bettola, rimasta immobile e indifferente allo scorrere delle acque del Po e del tempo. Nonostante ciò, ha una moltitudine di brioches e biscotti confezionati che, ai nostri occhi affamati, sono prelibatezze d’alta cucina, degne di Carlo Cracco.
Claudia esce infilandosi le brioches sotto il giubbotto quasi fosse refurtiva, io riempiendo la borsa di biscotti tipo lingotti di Fort Knox e anche Ruggero ne ha piene le tasche (di dolciumi). Soddisfatti e rinfrancati, siamo pronti per affrontare l’ultimo tratto.

La traccia ci riporta sulla Tangenziale Est Pavese, poi sulla SP205 e infine sulla Binasca, giusto per non farci mancare nulla. Strade trafficate che potevano essere evitare con valide alternative, mentre il cielo va verso un rapido imbrunire.
Al Km 206, giunti a Basiglio, è posto l’ennesimo controllo che, tra buio e il tirare a indovinare dove sia, manchiamo. Siamo stanchi, infreddoliti, affamati e non abbiamo alcuna voglia di cercare un QR Code che non abbiamo la minima idea dove sia stato messo, così ci avviamo verso Milano.

Sul finale ci raggiungono diversi ciclisti, coi quali percorriamo gli ultimi metri tra le vie Meneghine. Raggiungiamo il traguardo dopo 226Km e, complice il luogo anonimo, risaliamo rapidamente in bici per tornare verso l’auto.

Scopriremo poi che, tra tutti i partecipanti, solo 6 sono riusciti a timbrare in tutti i checkpoint. Sintomo forse che qualcosa non ha funzionato. A risentirne ovviamente sono anche le omologazioni, che presentano tempi di percorrenza fantasiosi. Sarà stato per dei lavori, mercati, o chissà che…

Come sempre spero che il nostro punto di vista non sia considerato una critica deliberata, ma costruttiva. Riassumendo in breve: la parte sulle colline dell’Oltrepo non ha nulla da eccepire, a parte il secondo ristorno non rifornito. Su tutto il resto andava invece prestata maggiore attenzione: nel percorso, nel considerare le strade sulle quali si indirizza la gente a pedalare, nel calcolare a quale ora e in quali condizioni un ciclista si troverà a percorrere un determinato tratto, nel dare maggiori indicazioni sui punti di controllo e nel proporre una prova che rientri nei parametri previsti dal regolamento.

FOTO: