1a: Serravalle Scrivia – Genova
Lunghezza: 53 km
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Dislivello (salita): 346m
L’idea originaria era quella di arrivare a Genova col treno. Purtroppo, uno sciopero del trasporto pubblico, mi ha costretto a rivedere i piani. Il mio viaggio parte così da Serravalle Scrivia (AL), piazza Fausto Coppi dove lascio l’auto. Seguo la SS35, non particolarmente affollata vista l’ora di pranzo e la vicina autostrada. L’unica difficoltà di giornata è rappresentata dal Passo dei Giovi (472m) che supero agevolmente prima di gettarmi in picchiata sul capoluogo Ligure. Giungo a Genova che mancano diverse ore alla partenza. Le trascorro in contemplazione del mare che presto attraverserò.
2a: Olbia – S. Teresa di Gallura
Lunghezza: 112 km
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Dislivello (salita): 930m
La nave attracca nel porto di Olbia con un’ora e trenta di ritardo e, quando mi metto in marcia, sono ormai le 10.30. Seguo la strada costiera, riempiendomi subito gli occhi con panorami splendidi. Passo dal Golfo degli Aranci, Porto Rotondo, Porto Cervo tra i colori e profumi della Costa Smeralda. Quello che noto subito è il percorso: sono continui saliscendi e sarà così per tutto il viaggio, basti pensare che pur non avendo superato in questa tappa i 150m di altitudine, a fine giornata il dislivello in salita è stato quasi di 1000m!
Fa un gran caldo e questo mi porta a consumare attolitri ed ettolitri d’acqua. Dopo Porto Cervo mi sposto un po’ più internamente, apprezzando un panorama più brullo e agricolo. A complicare tremendamente la tappa c’è il vento, che soffia dritto in faccia ostacolando la mia marcia. Giungo in una Santa Teresa di Gallura dove fervono i preparativi per sabato sera, dopo 5 ore e 30′ passati in sella. Autenticamente logorato dal vento. Dopo un gelato tonificante, vado alla ricerca del camping, pochi km a sud del paese, dove mi godo uno splendido tramondo.
3a: S. Teresa di Gallura – Porto Torres
Lunghezza: 89 km
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Dislivello (salita): 760m
Sin dal risveglio sento le gambe tambureggiare per la faticaccia del giorno prima. Il vento soffia sempre contrario, anche se fortunatamente meno intensamente. Mi metto in marcia di buon’ora costeggiando il mare, per poi spostarmi più internamente, dove coltivazioni e campi hanno la meglio. Giunto a Multeddu dopo una nuova infinita serie di saliscendi, faccio una breve deviazione per imbattermi nella sorprendente roccia elefante. Ripresa la strada, mi riporto sulla costa a Castelsardo, caratteristico abitato autenticamente arroccato sul mare.
La strada che segue il litorale, mi sembra ora più agevole, complice il fatto che il tedioso vento da contrario si è fatto laterale. Non impiego troppo per giungere a Porto Torres. Mi sistemo poco prima della cittadina, di modo da poterla raggiungere poi a bici scarica. Un nuovo spettacolare tramonto chiude la giornata.
4a: Porto Torres – Alghero
Lunghezza: 103 km
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Dislivello (salita): 417m
Smonto la tenda e mi metto in marcia già prima delle 8. Non fa ancora troppo caldo e, dopo il primo tratto di costa, mi lascio alle spalle una Porto Torres tranquilla e imbocco la strada che porta a Stintino. I soliti saliscendi e le pale eoliche mi fanno compagnia, finchè non giungo sulla splendida e incantata spiaggia “della Pelosa”, poco dopo Stintino. Rimango estasiato dall’acqua cristallina che regna sovrana. Giro la bici e, seguendo la medesima strada, ripercorro la strada a ritroso, non prima di aver fatto un secondo bagno nella spiaggia di Ezzi Mannu, nonostante un breve tratto di sterrato.
Tornato quasi a Porto Torres, seguo le indicazioni per Alghero, abbandonando la costa e inoltrandomi in zone aride dove il gran caldo ha la meglio e dove sfioro un incontro ravvicinato con un gregge di pecore. Mi rincuora il fatto che, da quando ho girato la bici a Stintino, il vento che soffiava da nord-ovest, si è fatto leggermente a mio favore. Giungo nei pressi di Alghero che è ancora presto… Giusto in tempo per l’ennesimo bagno!
5a: Alghero – Cabras
Lunghezza: 111 km
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Dislivello (salita): 1260m
Poche pedalate ed entro nella bella Alghero, dove mi fermo per qualche foto. Seguendo la costa, inizia il solito percorso fatto a encefalogramma, ma rispetto ai giorni precedenti, si sale di più arrivando, prima e dopo Bosa, a raggiungere i 400m di altitudine in un paio di occasioni. Il percorso, che fino a quel momento non si stacca dal mare, offre degli scorci unici, con scogliere a strapiombo sul mare che riportano la mia mente alla Scozia e fanno dimenticare la fatica.
Dopo la pausa-bagno a Bosa Marina, la strada si inoltra nell’entroterra per poi riportarsi sul mare a Santa Caterina di Pittinuri. Da qui a pochi chilometri ci si inoltra in un tratto stranamente pianeggiande con campi, stagni e paludi a fare da sfondo.
Giungo a Cabras, poco prima di Oristano, dopo oltre 6 ore sui pedali.
6a: Cabras – Ingurtosu
Lunghezza: 84 km
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Dislivello (salita): 530m
Il passaggio da Oristano e i primi 40km, mi lasciano piuttosto indifferente: non presentano alcuna difficoltà e non mi colpiscono dal punto di vista paesaggistico. Cambia invece tutto una volta giunto a Marceddi e passato il lungo e stretto ponte che prende il nome dal paese. Da qui iniziano una serie di strappi e discese, in un ambiente aspro e roccioso che mi ricorda lontanamente il territorio ammirato salendo sul Galibier.
A Marina di Arbus c’è spazio per l’unico bagno di giornata, dato che subito dopo la strada comincia a inoltrarsi verso l’entroterra. Questa zona viene chiamata “delle dune” e in effetti l’ambiente circostante è puro deserto. Il problema è che, dopo qualche chilometro, anche la strada sotto le mie ruote si fa dapprima bianca, poi sabbia. Ben tre volte devo scendere dalla bici: la prima in corrispondenza di una discesa sconnessa, le altre due per guadare due piccoli torrenti. Lo stupore ha la meglio quando mi imbatto nel “Lago Rosso”, credo così per via dei minerali presenti nella zona. Mi sistemo nell’unico camping disponibile, lontano dal mare. La tappa odierna è sicuramente una delle più stressanti, ma allo stesso tempo una delle più spettacolari. Da fare assolutamente, con pazienza!
7a: Ingurtosu – Mercuri (Sant’Antioco)
Lunghezza: 100 km
Mappa: Link 1a parte – Link 2a parte
Dislivello (salita): 1500m
Così come era finita ieri, anche oggi si inizia su strada bianca per circa 3 km, fino a raggiungere la miniera abbandonata di Naraculi, in un ambiente sovrannaturale, illuminato dalle prime luci del giorno.
Da qui, il manto stradale torna asfaltato e prende a salire sino ai 450m di altitudine.
A Portixeddu rivedo finalmente il mare per qualche chilometro, per poi riallontanarmi e risalire di nuovo intorno ai 400m tra pinnacoli rocciosi.
Ritorno sulla costa nei pressi di Masua, in corrispondenza di sua sardità “Pan di zucchero” dove un bagno è d’obbligo prima di rimettermi in marcia.
Tra i caratteristici saliscendi, viste mozzafiato e il mare che appare e scompare, giungo a Portoscuso dove, con bici al seguito, prendo il traghetto per l’isola di San Pietro. Giunto a Carloforte e dopo un breve giro per le caratteristiche vie cittadine, mi imbarco nuovamente per raggiungere Calasetta, sull’isola di Sant’Antioco. Sono ormai le 8 passate e, complice una strada sbagliata, giungo al camping che sono le 9 passate, mentre le ombre si allungano sull’asfalto e il cielo si tinge con tonalità pastello.
8a: Mercuri (Sant’Antioco) – Pula
Lunghezza: 99 km
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Dislivello (salita): 670m
Parto “dall’isola nell’isola” avvolto da un’insolita foschia mattutina. Percorro la parte restante di Sant’Antioco (quella sud) e torno sulla costa sarda tramite la strada che le collega.
Da qui SardegnAPedali si inoltra per un po’ di chilometri verso l’interno su un tratto piuttosto pianeggiante, per poi riportarsi sulla costa, poco dopo Teulada. La vista del mare e la ricerca della spiaggia dove tuffarmi nelle acque limpide, mi distraggono dalle fatiche di giornata.
Con la solita infinita serie di salite e discese costiere, giungo alle porte di Pula, che raggiungo dopo aver scaricato borse e tanda in camping, in comodità.
9a Pula – Muravera
Lunghezza: 129 km
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Dislivello (salita): 770m
Quando ho iniziato a programmare SardegnAPedali, ho subito letto che passare Cagliari in bici è alquanto difficoltoso per via del traffico. Così, opto per passare il capoluogo sardo sabato mattina, sperando che le auto riposino nei loro garage. In realtà non avevo calcolato che molti si sarebbero mossi sin dalle prime ore di luce per portarsi sulla spiaggia prediletta per il caldo week end. Ad ogni modo mi lascio la caotica Cagliari e i suoi indifferenti fenicotteri alle spalle il più in fretta possibile, per proseguire poi sulla costa seguendo le indicazioni per Villasimius e Costa Rei, dove mi prendo almeno un paio di soste con relativi bagni. Nei pressi di Costa Rei il blu del mare è davvero impressionante e quasi mi rammarico nel staccarmi dalla costa, ma un’altra inaspettata sorpresa mi attende: le saline. Un mare bianco che mi fa ricordare la Death Valley statunitense con il suo “campo da golf del diavolo”. Spettacolare!
10a: Muravera – Lotzorai
Lunghezza: 86 km
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Dislivello (salita): 450m
Nel mio progetto di viaggio oggi avrei dovuto spingermi nell’entroterra, in una tappa di circa 150km con parecchio dislivello.
La partita degli europei Italia – Germania, vista con i tedeschi del campeggio, mi fa ritirare in tenda a mezzanotte passata. Un simpaticissimo gallo presente nel medesimo camping, mi sveglia col suo insistente canto, sole 3 ore di sonno. Sono stravolto e un vento nuovamente contrario spira insistentemente da nord verso sud. Non ho abbastanza energie per la tappa che avrei voluto, così opto per percorrere la mitica statale orientale sarda (SS125) e risalire l’isola abbassando notevolmente chilometraggio e dislivello. Nonostante la strada non presenti particolari difficoltà e purtroppo neanche particolari attrattive paesaggistiche in quel tratto, a causa del vento contrario e del poco riposo, fatico terribilmente. Giunto a pochi km da Barisardo, non riesco ad andare avanti. Mi fermo in un punto ombreggiato a bordo strada, scendo dalla bici e mi metto a dormire profondamente accanto a un muro inneggiante ai mondiali del 2006. Dormo almeno 2 ore, incurante di quello che mi accade attorno e, una volta desto, mi sento notevolmente rinvigorito. Percorro altri 23km, valutando se proseguire oltre viste le ritrovate energie. Alla fine opto per fermarmi, rilassarmi in spiaggia e recuperare energie preziose.
11a: Lotzorai – Siniscola
Lunghezza: 110 km
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Dislivello (salita): 1350m
Recuperate le forze, mi metto in marcia di buon’ora, dopo una notte passata autenticamente in riva al mare con l’alba a darmi il buongiorno. Da subito la strada prende a salire verso l’infinita e bellissima ascesa che porta ai 1017m del Passo Genna Silana, punto più alto del mio viaggio. La scalata non è difficile: fatta di prima mattina ha diversi tratti ombreggiati. Le pendenze non sono dure e lasciano diversi margini di respiro spianando in svariati tratti. L’unica difficoltà è rappresentata dalla lunghezza: circa 40km per arrivare al passo. In compenso si può beneficiare di scorci splendidi e inaspettati tra cielo e terra. Altrettanto infinita è la discesa, che scende anche questa dolcemente a tratti, obbligandomi a pedalare in diverse occasioni. A farla da padrona sono le macchie gialle create dalle piante di mimosa con il loro caratteristico profumo. Pian piano la strada spiana e mi riavvicino al mare, che raggiungo nei pressi di Siniscola.
12a Siniscola – Olbia
Lunghezza: 68 km
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Dislivello (salita): 330m
Poco meno di 70km, senza particolari difficoltà, mi separano da Olbia, che raggiungo in poco più di 3 ore. Passo dalle turistiche Budoni e San Teodoro, rallentando la mia marcia e sperando che il viaggio non abbia fine. I sentimenti sono costrantanti: da un lato la gioia per aver completato l’intero giro dell’isola, dall’altro il rammarico perchè un viaggio incredibile volge ormai al termine.
Attendo il calar del sole per imbarcarmi e dedicare un ultimo malinconico sguardo alla Sardegna che lentamente si allontana da me, ma che ancora sento dentro. E credo sarà così per molto tempo.
13a Genova – Serravalle Scrivia
Lunghezza: 53 km
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Dislivello (salita): 550m
Rimetto piede nel continente (così chiamano l’Italia dalla Sardegna) e mi ritrovo in una colnvulsa Genova, dove turisti e lavoratori si fondono insieme nel traffico cittadino.
Percorro la strada inversa rispetto alla 1a tappa, scalando dal versante opposto il Passo dei Giovi che, partendo dal livello del mare, presenta un dislivello maggiore. Senza problemi raggiungo Serravalle Scrivia dove, all’ombra del busto del Grande Fausto, cala il sipario sul mio SardegnAPedali.