I primi giorni del 2020 sono caratterizzati da un clima finalmente sereno e soleggiato. La mattina, soprattutto, le temperature sono basse oltre il vetro, come è giusto che sia in questa stagione.
Claudia e io, decidiamo così di prendere parte o alla Randobefana di Spotorno, o alla Randobefano di Fano. Alla fine optiamo per la prima, più che altro per questioni di distanza da casa, anche se la differenza non è poi tantissima.
Giungiamo in Liguria sabato pomeriggio, sotto un bel sole limpido. La vera sorpresa la constatiamo appena messo giù il piede dall’auto: una temperatura simil primaverile che ci fa optare per un giro di un’oretta lungo la costa. Rientrati a Spotorno, sede di partenza e arrivo, ritiriamo il pacco gara e ci informiamo su orari e percorso.
Ci svegliamo poco prima delle 7, in tutta calma, anche perchè la partenza è prevista per le 8.45, un orario un po’ insolito e tardivo viste le giornate corte di questo periodo. Alle 8.30 siamo ai nastri di partenza, mentre il sole si alza in un cielo limpido, preludio di un’altra splendida giornata. La gente si accalca per prendere il via, spintonando qui e là per passare in prima fila. La cosa mi infastidisce, soprattutto quando facendo notare a una persona che mi sta schiacciando la mano col manubrio della sua bici, la risposta è “E ma devo passare avanti così partiamo“. Ma perchè io cosa sono in coda per fare?
Finalmente ci avviamo. I primi km, soprattutto sulla distanza di 200Km, sono quelli che mi piacciono meno: so bene che la gente parte a tutta neanche dovesse andare a timbrare il cartellino sul filo dei secondi. Io e Claudia, incuranti di gruppi, gruppetti e grupponi, procediamo del nostro passo lungo l’Aurelia che dobbiamo seguire fino a Sanremo, fatta eccezione per una deviazione al punto di controllo di Imperia e per il Poggio poco prima del controllo di Sanremo.
Da Noli in poi i paesi si susseguono uno dopo l’altro, in rigorosa fila indiana come pensionati allo sportello postale. Col passare delle ore l’Aurelia si fa sempre più affollata, di auto e persone, in corrispondenza dei centri abitati e purtroppo di tanto in tanto questo sfocia in maleducazione e screzi reciproci tra ciclisti, automobilisti e pedoni. Addirittura vedo un fenomeno dell’ultima ora prendere la rotonda contromano, neanche fosse al Giro d’Italia. Scuoto la testa e non posso fare altro che rammaricarmi.
In tutto ciò, il valore aggiunto, è l’assoluta bellezza del paesaggio e il sole caldo (16/18° a metà giornata) che ci permette di sudare, non avere il classico moccio al naso e pedalare senza guanti o copri scarpe! Un sogno!
Superiamo i 3 capi della classicissima di primavera (Mele, Cervo e Berta) e, dopo 62Km, arriviamo a Imperia, luogo del primo controllo. Nel centro cittadino ci sono i mercatini e, di conseguenza, troviamo la strada chiusa. Non senza difficoltà cerchiamo una via alternativa, ma alla fine, senza l’ombra di un’indicazione o di una freccia (a parte una che nota Claudia per miracolo), siamo costretti a fermarci e reperire informazioni. Arriviamo al controllo, posto sul lato opposto della carreggiata rispetto al senso di marcia, dove tutto ciò che è compreso consiste in un caffè. Il resto è a pagamento. Ripartiamo sulla via maestra e, sospinti da un vento a favore, raggiungiamo Sanremo agevolmente. La salita verso il Poggio è una bella emozione, ripensando all’impresa di Nibali del 2018. Non incontriamo molti ciclisti sulle pendici della collina e il dubbio che molti abbiano tirato dritto per l’Aurelia ci sorge spontaneo.
Vidimati i frontalini al secondo check point, non ci resta che ripartire in direzione opposta per fare ritorno a Spotorno.
Il vento, a favore da Imperia, ora chiaramente ci respinge, ma senza forzare, sono fiducioso che tra una trentina di chilometri cesserà. Fortunatamente è così e, riprendendo un buon passo, procediamo spediti verso l’arrivo, mentre ci lasciamo nuovamente i 3 capi alle spalle e le rocce si fanno giallastre, accarezzate dalle ultime ore di luce. Purtroppo una processione di auto lunga 6km ci costringe a una specie di gimcana, ma pian piano la coda sfuma e noi possiamo riprendere a pedalare serenamente.
Raggiungiamo Spotorno verso le 16.30, dopo 175Km. I gentilissimi organizzatori dell’AC Millennium, ci accolgono con un diploma personalizzato, una medaglia (ma è al contrario?) e un piatto fumante di spaghetti. Il resto lo si paga a parte.
E’ andata bene così, nonostante diverse cose migliorabili, il vero valore aggiunto è stato pedalare lungomare in un anticipo di primavera a metà inverno.