Rando 3 Valli

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DISTANZA:
191Km 
DISLIVELLO:
2000m D+
PARTENZA / ARRIVO:
Nerviano (MI)
Percorso ad anello con prima e ultima parte comune
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SALITE AFFRONTATE:
– 

DIFFICOLTA’:*
35
TRACCIATO:*
4
PANORAMI:*
35
ORGANIZZAZIONE:*
35

*Valutazioni personali

E’ una domenica dal sapore retrò, come quelle di qualche anno fa dove c’era l’imbarazzo della scelta su dove pedalare e a quale evento iscriversi. La stagione è ufficialmente entrata nel vivo e per noi la manifestazione più comoda è la “Tre Valli” di Nerviano, ma mentre scarichiamo le bici dall’auto Claudia e io ci chiediamo come starà andando nel Gargano, a Trapani, Genova, Parma dove altri eventi sono in corso di svolgimento e tanti amici con lo scarpino agganciato al pedale, pronti faticare come noi. Formalmente sarebbe anche primavera ormai, ma sotto un cielo sereno e un sole limpido, l’aria è ancora frizzante.

Il Parco di avviamento al ciclismo è brulicante di bici e ciclisti: chi parte, chi arriva, chi si mette in fila per iscriversi. Noi prendiamo il via poco dopo le 7.30 verso una nuova avventura.
La prima parte è identica a quella dello scorso anno, ma a farci subito comprendere che è stata dedicata una certa cura allo studio del percorso è il fatto che un pezzo rovinato è stato cancellato.
Nei primi 25Km la strada è tutta in lieve, costante e snervante ascesa, complice un fastidioso vento contrario che ci alita in faccia.

A Mornago, superati alcuni “mangia e bevi”, inizia la prima versa salita di giornata che ci porta a Casale Litta (Km45) dove è posto il primo punto di controllo. La discesa delle 7 curve ci accompagna sul lago di Varese, per poi proseguire verso quello di Monate. Qualche altra pedalata ed eccoci sul Lago Maggiore, che costeggiamo fino a Porto Valtravaglia (Km 85) dove, in uno spiazzo da favola vista lago, è posto il secondo punto di controllo e ristoro.
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Proseguiamo tenendo il lago sulla sinistra e, non appena scorgiamo Luino all’orizzonte, svoltiamo a destra e imbocchiamo la Ciclabile della Valcuvia che costeggia il fiume Margorabbia e che ci tiene lontani dal traffico. Questo tratto non è indicato per fare velocità, ma piuttosto per godersi i bei panorami che via via si susseguono davanti agli occhi. E’ piacevolmente strano trovarsi in luoghi dove siamo soliti pedalare, ma su strade mai percorse prima.
L’imbocco della salita del Brinzio è una vera chicca, con il tracciato che ci accompagna tra i viottoli di Rancio, per poi farci sbucare, quasi increduli, sulla SP62 che porta alla vetta. Non arriviamo fino allo scollinamento, ma deviamo poco prima verso Bedero Valcuvia.

Quando Claudia nota la traccia che devia verso Mondonico (nota salita spaccagambe della zona), vedo i suoi occhi farsi vitrei e lo sguardo crucciato, ma gli organizzatori si salvano alla grande, facendo invece proseguire il percorso lungo la Ciclabile della Valganna che tiene il lago di Ghirla e la Statale sulla destra. Per qualche istante ho la sensazione di trovarmi sulla ciclabile del lago Resia. Il ricordo è talmente vivo, da cercare vanamente con lo sguardo il famoso campanile.

Gli amici della Nervianese attentano per la seconda volta le coronarie di Claudia quando fanno deviare il percorso verso la salita dei Sette Termini, ma anche questa volta i burloni sembrano dirci “Hey, stavamo scherzando” e ci fanno scendere verso il lago di Lugano.

A Lavena Ponte Tresa (Km122) è posto il terzo checkpoint. Il sole è finalmente caldo e affacciati sul lago si sta davvero bene, ma la strada chiama e ci tocca quindi risalire in sella e ripartire.
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Costeggiamo il lago, piuttosto opaco, fino a Porto Ceresio, dove ad attenderci c’è la simpatica salita della Cavallina. Un rampone dritto e crudele che, una volta domato, tenta di disarcionarci nuovamente sulle pendenze che portano a Viggiù. I famosi pompieri andrebbero bene per raffreddare le gambe ora!

La salita dei Mulini segue di lì a pochi chilometri e, per riuscire a scattare la foto che ho in mente, devo fare uno scatto degno dei tempi migliori. Purtroppo, un po’ in affanno, non ottengo il risultato che volevo. Me la faccio piacere lo stesso, se non altro per l’impegno.

La rasoiata di Drezzo (Km152) fa rimangiare a Claudia tutti gli elogi riguardo il percorso che aveva tessuto fino a quel momento. Le pendenze sono costantemente in doppia cifra, mentre affannati arriviamo in cima. Incontriamo in questo tratto Rosanna e Franco coi quali proseguiremo fino al traguardo. 

La scelta di farci evitare la strada rovinata e le rampe della Pinetina, trova i favori di Claudia, che sembra dimenticare le imprecazioni di pochi chilometri addietro.
Ad Appiano Gentile (Km163) è posto l’ultimo controllo. Le difficoltà sono finalmente esaurite e possiamo lasciarci scivolare all’arrivo, dove ci attendono i Nervianesi che ci omaggiano con un boccione di prosecco. 

Stanchi e soddisfatti siamo pronti per tornare a casa, con la sorpresa e l’entusiasmo di aver scoperto nuove strade e nuovi scorci in luoghi che pensavamo di conoscere come le nostre tasche. Abbiamo scoperto, nostro malgrado, anche nuove rampe velenose, ma si sa: c’è sempre una “sorpresa” dietro a una curva.

FOTO: