Distanza: 75 Km
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Che spettacolo!
Sono le 5.45 di mercoledì 13 giugno. Sdraiato nella tenda, non riesco più a dormire. Ieri mi sono coricato presto, esausto. Ripenso alla giornata di ieri, alla fatica, ma un sorriso mi scappa al pensiero che comunque, nonostante tutto, ce l’ho fatta.
Penso che oggi mi aspetta il Passo del Bracco subito a inizio giornata, decisamente peggio del Turchino.
Tendo poi l’orecchio all’esterno e quello che odo è solo e soltanto il placido e regolare infrangersi delle onde sugli scogli. Il vento sembra essersi placato e il mare sembra decisamente più calmo di ieri.
Esco dalla tenda e quello che vedo è uno spettacolo unico. Aveva ragione il titolare del campeggio: l’estate è arrivata, o almeno così sembra.
Mi godo la colazione rimirando il mare. E’ ancora presto, il campeggio, a parte un’altra tenda, è deserto e così posso iniziare a smontare la tenda senza disturbare nessuno.
O per Bracco!
Alle 8.30 sono già sui pedali. Nel vero senso della parola: da Moneglia infatti parte decisa la salita che porta al Passo del Bracco, oltre 600 metri d’altitudine. Sarà che sono un po’ freddo o che risento ancora della sfaticata di ieri, ma i primi 3 chilometri di ascesa sono davvero duri. I secondi 3 chilometri sono invece leggermente più abbordabili. Dopo oltre 6 chilometri di ascesa, la strada spiana leggermente, fino a ricongiungersi con la statale Aurelia. Non mi illudo: so che ben presto riprenderà a salire e così è. Un nuovo tratto di circa 3 chilometri abbastanza tirati mi fa compagnia. Il sudore cola ormai da ogni parte. Stringo i denti e continuo a pedalare finchè la strada non spiana, questa volta definitivamente. Nell’ultimo tratto si alternano infatti tratti di leggera salita, in falsopiano e pianeggiati. Scorgo in lontananza le rovine che segnano la fine della salita. Il Passo del Bracco è domato!
Soddisfatto, decido di fermarmi per rifocillarmi e dissetarmi, oltre che coprirmi in vista della discesa. Nei 15 minuti di sosta il tempo cambia repentinamente: il sole si nasconde dietro le nuvole, un vento gelido comincia a soffiare e una pioggerellina ghiacciata inizia a cadere.
Prima che il tempo peggiori ulteriormente decido di gettarmi in discesa.
Guadato il Vara
Finita la discesa, percorsa un’altra salita non troppo lunga e rifocillatomi, decido di abbandonare la statale Aurelia e di prendere la SP10. Attraverso il ponte sul fiume Vara, ritrovandomi subito a Oltre Vara, un piccolo borgo con una chiesetta e poche case sparse.
Il vento soffia sempre più forte e del sole non c’è traccia.
Fino a Sarzana la strada alterna saliscendi poco impegnativi, ma sarà stato il Bracco, o il vento contrario, fatto sta che mi sento davvero stanco e provato.
Fortunatamente questa è la tappa più breve del mio giro e così raggiungo Sarzana alle 15.30.
Improvvisamente rispunta un sole deciso e battente, anche se il vento non cessa del tutto.
Sistemo la tenda all’ombra di una pianta e scambio quattro chiacchiere con due cicloturisti olandesi, marito e moglie, che stanno girando con un bellissimo tandem. Sono davvero stanco, ma penso che ho molto tempo per recuperare energie.
Mi godo così il resto del pomeriggio nella piscina del camping Marina 3b, cercando di recuperare le forze.