La scalata dello Stelvio

Distanza: 65 Km (42 di salita e discesa dallo Stelvio, 23 Stazione Centrale – Casa)

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Risveglio

Tappa2_1Eccoci al grande giorno. Mi sveglio presto, una flebile luce filtra dalle tende. Mi alzo, le spalanco. Il cielo è limpido, lasciando presagire a una bella giornata di sole. L’alba colora di rosa i profili delle montagne.

Cerco di non pensare a quello che mi aspetta, ma è inevitabile. Uccido il tempo radunando i miei bagagli, tenendo in disparte quello che non mi servirà sullo Stelvio. Separo i vestiti pesanti che mi serviranno per la discesa, da tutto il resto delle cianfrusaglie.

Un’abbondante colazione mi distrae per un po’. L’appuntamento con Stefano, con cui tenterò la scalata, è per le 10:00 e il tempo sembra non voler passare.
Alle 9:15, stufo di aspettare un’ora che non vuole arrivare, esco mentre lungo le vie di Bormio, una miriade di ciclisti si avviano carichi di speranze lungo la strada che porta al Passo Stelvio. Sguardi sicuri, timorosi e curiosi si alternano sotto i caschetti.

Personalmente non ho mai affrontato niente del genere: 21 km di salita, 40 tornanti, arrivare a quota 2760m, 1500 m di dislivello. Numeri che mi mettono i brividi.

La scalata verso il cielo

Tappa2_2Puntualissimo, Stefano arriva alle 10. Scaricata la sua bici dall’auto e lasciato tutto ciò che non mi serve, ci mettiamo in marcia. La strada comincia a inerpicarsi sotto le nostre ruote. La giornata è splendida, insperata pensando al tempo piovoso e freddo dei giorni scorsi. Salendo, superiamo e siamo superati da tantissimi ciclisti, ognuno col suo sogno caricato sulle spalle, ognuno con la sua storia. Chi vuole arrivare in cima, chi vuole arrivare in cima in un certo tempo, chi vuole godersi il panorama, chi vuole percorrere solo un tratto di salita, come il signore di ben 69 anni che, con l’entusiasmo di un ragazzino, percorre con noi qualche chilometro, prima di girare la bici e tornare a Bormio.

Personalmente, non so dove saprò arrivare. Sarei già soddisfatto di arrivare a quota 2000 m, mai raggiunta prima in bici.

2000 m e oltre…

Tappa2_3Chilometro dopo chilometro, chiacchierando e ridendo con Stefano, mi rendo conto che di strada ne abbiamo già fatta e parecchia. Arrivati a quota 2000, capisco di avere ancora tante energie e quindi, senza alcun dubbio, decido di andare avanti fino a dove le gambe e il fiato mi supporteranno.

Passiamo la metà della rampicata. Di tanto in tanto facciamo qualche breve pausa per una foto, una barretta o una breve sosta nei punti ristoro che incontriamo lungo il percorso, per poi ripartire. Pedalata dopo pedalata le persone che ci sorpassano e sorpassiamo sono sempre le stesse. Compagni improvvisati di fatiche e sudore.

A 7 km dalla vetta Stefano è in leggera difficoltà. Decide di rallentare un po’ e proseguire con un passo più lento e io mi trovo lì, davanti alla montagna da scalare.
Pedalare con Stefano mi dava sicurezza. Trovarmi da solo un po’ mi spaventa, ma mi ripeto che devo solo fidarmi delle mie sensazioni. E andare avanti. Pedalata dopo pedalata la strada che mi separa dalla vetta si assottiglia. Mi emoziono nel vedere le tante scritte sull’asfalto, monito di tante imprese eroiche del ciclismo. Raggiungo quota 2300, 2400, 2500. Il numero di tornanti che mancano alla vetta si assottiglia e quando scendono sotto i 10, accenno un timido sorriso.
Gli ultimi 3 chilometri sono i più duri come pendenze, ma continuo ad andar su del mio passo, mantenendo un respiro il più possibile costante. Ispiro dal naso, espiro dalla bocca. Mi ripeto che ormai non si può più mollare e non ho la minima intenzione di farlo.

Alla vista dell’ultimo tornante inconsapevolmente mi alzo sui pedali e do sfogo a tutta la gioia che sento nei polmoni.
Al passaggio sotto l’arco d’arrivo, esulto come avessi vinto il Giro d’Italia e credo che per me sia proprio così.

Tappa2_5Sul piazzale del Passo Stelvio tantissimi ciclisti sorridono accarezzati dal sole. Una giornata splendida. Di lì a qualche minuto, arriva anche Stefano in vetta. Ha sofferto gli ultimi chilometri, ma non ha mollato.
Ritrovo in cima i visi delle persone che ho e mi hanno sorpassato lungo il percorso. Poco importa se ci ho e ci hanno messo tanto o poco. Credo che chiunque sia arrivato qui, oggi sia un piccolo eroe, semplicemente perchè la sua volontà è stata più forte di tutto il resto.

Le foto in vetta, sotto il cartello del passo, sono il nostro piccolo momento di gloria, prima di coprirci per affrontare la discesa. Intanto la gente continua ad arrivare in vetta, sorridente.

Ci gettiamo in discesa, dandoci appuntamento al ristoro per un tè caldo. Pochi minuti di pausa e ci rituffiamo in discesa. Il Passo Stelvio, maestoso e sublime, ci saluta dall’alto. Oggi è stato clemente con noi, permettendomi di realizzare quello che fino a ieri ritenevo un sogno impossibile.

Personalmente non mi sento in grado di dare consigli a chi voglia cimentarsi un’ascesa simile o in questa stessa esperienza. Onestamente non c’è mai stato un momento in cui mi sono detto “No, non ce la faccio”. Credo che l’allenamento in bici conti, o aiuti, ma per un 50%. Credo che il restante 50% lo faccia la testa. Credo bisogna avere l’umiltà e la voglia di arrivarci lassù. La consapevolezza di ascoltarsi e non strafare, cercando di tenere tutto sotto controllo, soprattutto il respiro, la fatica e le gambe. Credo che si debba rispettare la montagna e non sfidarla. Salire leggeri sulle sue pendici, senza sfidare niente e nessuno. Queste sono state le mie sensazioni, o forse era più semplicemente una giornata di grazia.

Rientro a casa

Tappa2_4Raggiunto Bormio e dopo un panino veloce, carichiamo entrambe le bici in auto e Stefano mi accompagna a Sondrio dove, letteralmente al volo, riesco a salire sul treno delle 17.38.
Sul treno, altre 6 bici oltre la mia, riempiono il “vagone bici”.
Arrivo a Milano che sono quasi le 20 e, di nuovo sui pedali, percorro gli ultimi 23 km che mi separano da casa. Passare dalle atmosfere placide dello Stelvio a quelle nevrotiche di Milano, è un mezzo trauma, ma pian piano lascio la città alle spalle.

Le ultime pedalate sono scandite dal cielo che tramonta dietro alle spighe di grano.
La giornata lentamente volge al termine. Le emozioni, invece, rimangono vive nel petto.