Le porte del treno si chiudono, lentamente il locomotore riparte, abbandonandoci sulla banchina di cemento, avvolti da una fitta e umida nebbia. Rimaniamo sbigottiti e increduli: le previsioni prevedevano un bel sole per questo fine settimana di inizio febbraio!
Pochi minuti e ci ritroviamo a pedalare, in leggera ascesa, sulla SPXI che da Rovato (BS) porta dritta alla riva meridionale del lago d’Iseo. Questo tratto di strada non è affatto bello: sin dalle prime ore del mattino il traffico è piuttosto sostenuto, complice l’intersezione con lo svincolo della A4. Perciò, se decidete di seguire questo itinerario, il nostro personale consiglio è di partire piuttosto da Clusane (da non confondere con Clusone), già affacciata sulle sponde del lago.
Claudia e io raggiungiamo l’argine dopo 12Km, ma la sorpresa più bella è che, scollinati i 250m della collinetta che separa la sponda sud dalla pianura padana, la nebbia scompare e un bel sole fa capolino oltre le creste delle montagne dalle chiome imbiancate.
Lungo la costa meridionale del lago d’Iseo, una bella e ampia ciclabile affianca la strada principale. La percorriamo godendoci le prime viste sulle acque calme e bluastre. In generale, lungo buona parte del periplo, una ciclabile affianca la strada, non sempre però è in buone condizioni. A voi la scelta dove stare.
Imboccata la SP469, ci lasciamo velocemente alle spalle Paratico e Sarnico e passiamo sulla sponda occidentale. In questo tratto l’asfalto non è nelle condizioni migliori, tanto da non permetterci di godere appieno degli scorci che si alternano davanti ai nostri occhi. Man mano che avanziamo, gli abitati si diradano e l’ambiente si fa via via più selvatico. Complice il periodo ancora invernale, il traffico motorizzato è scarno, mentre i gruppi di ciclisti si susseguono a ripetizione in ambo i sensi di marcia.
A Riva di Solto (24Km percorsi da Clusane), abbandoniamo la strada che stiamo percorrendo e prendiamo a sinistra seguendo le indicazioni per ‘Endine – Fonteno – Solto Collina’. Salutiamo così momentaneamente il Lago d’Iseo, imbocchiamo la SP77 e prendiamo a salire.
Dopo un tratto iniziale in falsopiano, ci inerpichiamo con pendenze che spesso vanno in doppia cifra, soprattutto nei primi 2Km. Le splendide viste che si aprono tra un tornante e l’altro, ci distraggono però dalla fatica e, fortunatamente, l’ascesa misura solo poco più di 4Km, trovando il suo culmine a quota 440m di altitudine.
Una breve discesa ed eccoci catapultati sul lago di Endine, che raggiungiamo tramite la SS42. Essendo circa mezzogiorno il traffico è pressoché nullo, così optiamo per circumpedalare lo specchio d’acqua in senso antiorario, mantenendoci sulla strada statale. La sponda occidentale, dal punto di vista paesaggistico, è la più affascinante riservando viste incantevoli e quasi fiabesche. Un clima bucolico, che sicuramente con l’avvento della bella stagione e dei turisti, verrà meno.
Poco dopo Spinone al Lago (km 39) lasciamo la strada statale, a favore della SP76 che imbocchiamo a sinistra seguendo per ‘Monasterolo – San Felice’. Se possibile, la strada che risale il lago di Endine sulla sponda orientale è ancora più tranquilla, fino a dare quasi un senso di desolazione e smarrimento. Abbandoniamo la provinciale temporaneamente, per passare dal centro di Monasterolo del Castello dopodiché, tra dolci saliscendi, raggiungiamo Gaiano (Km 48) dove, seguendo il percorso a ritroso già pedalato precedentemente, ci lasciamo alle spalle il lago di Endine e ci riportiamo su quello di Iseo. Per farlo, dobbiamo ripercorrere anche la salita, che però affrontata dal versante opposto ha pendenze più agevoli ed è più breve.
Con una veloce picchiata, raggiungiamo di nuovo la SP469 a Riva di Solto, dove prendiamo a sinistra in direzione Lovere. Qui ha inizio uno dei tratti più affascinanti e selvatici, con la strada scavata nella roccia che corre a picco sull’acqua. Raggiungiamo Lovere dopo 62Km, uno degli abitati più caratteristici, turistici e pittoreschi di giornata. A Costa Volpino (Km 66) siamo nel punto più a nord. In questo tratto ci si scosta dalle acque dello specchio d’acqua, ma, superato il fiume Oglio e presa a destra la SP55, ha inizio la discesa (geografica) lungo la sponda orientale.
Poche pedalate e siamo a Toline, dove abbandoniamo la provinciale per addentrarci nella splendida ciclopedonale che porta sino a Vello. Larga, perfettamente asfaltata, le auto lontane e viste mozzafiato: assolutamente da percorrere! Se a mozzare il fiato ci pensa il panorama, a mozzarci le gambe ci pensa il vento, che in questo tratto dal lontano sapore scozzese, ci soffia dritto in faccia. Non ci è difficile comprendere perché in questa zona si pratichi windsurf.
Raggiungiamo poi Marone (Km80) mantenendoci sulla più tranquilla strada lungolago, da dove è possibile prendere il traghetto che porta a Monte Isola. Sarà per la prossima volta.
Iseo si materializza sotto le nostre ruote dopo 92Km. Le vie del caratteristico paese sono chiuse al traffico motorizzato, così ne approfittiamo per passare i vicoli del centro, tra bancarelle e turisti. Diversamente, è preferibile evitare il convulso budello di vicoli dell’abitato.
Ritornati sulla SP12, non resta che fare ritorno a Clusane dopo 97Km.
Per noi invece non finisce qui, perché ci attende il tratto di 12Km dal lago a Rovato, ancora più trafficato della mattina. Come in un incantesimo, nuovamente superata la collinetta, eccoci sprofondare nella nebbia fitta. Un paio di gradi al massimo si insinuano tra il giubbotto e le ossa, mentre attendiamo il treno a Rovato. Sembra quasi di essere altrove: in un’amena stazione della campagna bretone, forse.
Il treno ci riporta a casa, avanzando lentamente nella foschia, mentre il sole si spegne da qualche parte, oltre la collinetta, scrigno segreto di questo giro.
Il percorso – Scarica il file .gpx (Il file gpx comprende anche il tratto, sconsigliato, da Rovato al lago e ritorno)
Altimetria Solto Collina