E’ un bel week end di metà maggio. Il sole scalda, ma nell’aria si sente ancora l’odore di pioggia dei giorni scorsi. La gente stacca dalla quotidianità sdraiandosi sulle rive del mar Ligure. Potrei seguirli, fare come tutti i comuni mortali, ma…
Salto in sella a Gavi (AL), che mi lascio ben presto alle spalle insieme ai suoi vigneti, per imboccare la strada che porta al Passo della Bocchetta. Inizialmente sono dei continui saliscendi, ma da Voltaggio in avanti la strada prende a salire senza più tentennamenti. Inizialmente le pendenze sono più che abbordabili e solo negli ultimi 5km di ascesa (in totale sono 11) le pendenze si fanno più impegnative. Giunto ai 772m del passo, la vista può spaziare verso il mare, che però resta nascosto dietro le colline verdeggianti. Una stele dedicata al Campionissimo Fausto Coppi, ne ricorda le imprese al Giro dell’Appennino.
Mi lancio in discesa, che alterna tratti scorrevoli a curve impegnative in contropendenza. Giungo a Campomorone dove un vento dal sapore di mare mi spira dritto in faccia. La strada però è in leggera discesa e le due cose si compensano.
Giungo a Genova che come ogni volta mi accoglie con i suoi odori, colori, col suo traffico confusionario, i suoi suoni, ma proprio per questo la trovo affascinante. Passo accanto alla lanterna e mi sistemo lungomare, alla ricerca di una panchina. Non una panchina qualsiasi per sedermi, quella la trovo senza problemi, ma di una panchina in particolare alla quale sono molto legato. La trovo con due fidanzatini intenti a guardare il mare riflesso nei reciproci sguardi. Sorrido e mi sistemo poco distante da loro, ispirando quel profumo di salsedine che non sentivo da ormai troppo tempo.
Riparto percorrendo la medesima strada sino a Campomorone, che ora è in leggera salita ma col vento a favore.
Giunto al paese però cambio strada, proseguendo verso Praglia. Non ho la minima idea di cosa mi aspetti, ma noto subito che la strada comincia inesorabilmente a salire e in modo decisamente più impegnativo rispetto al Passo della Bocchetta. 9km di ascesa in tutto, con punte che toccano l’11%.
L’arrivo in cima (Colla di Praglia – 880m), con la sua vista a 180° e la sua vegetazione brulla e rocciosa, ripaga di ogni fatica. Noto diversi sentieri di trekking che si snodano da qui e mi riprometto di tornarci. Mi aspetto la discesa, mi rilasso e invece iniziano una serie infinita di saliscendi che mi portano a faticare lungo i Piani di Praglia. Sento la stanchezza nelle gambe tambureggiare e ogni nuovo tratto di salita, mi fa sbuffare nervosamente. A complicare ogni cosa c’è il fatto che rimango senz’acqua negli ultimi 20/25km e anche per questo non apprezzo del tutto la bellezza dell’ambiente circostante che mi ricorda fortemente il sud della Corsica. Fortunatamente però, qualche chilometro prima di Bosio, una discesa senza ripensamenti, si materializza sotto le mie ruote. Mi accompagna sino al punto di partenza, dopo 110km e oltre 5 ore in sella.
Ritorno a casa in compagnia dei “turisti della domenica”, pronti a tornare alla vita di tutti i giorni con le batterie cariche, mentre io rimango lì: un po’ in salita, un po’ in discesa, tra sogno e presunta realtà.
Percorso:
Altimetrie:
Altimetria Passo della Bocchetta
Altimetria Colla di Praglia
Foto:
From Gavi – Mare – Gavi. Posted by Ivan Folli on 5/15/2016 (21 items)
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