L’estate cede pian piano il passo all’autunno, ormai dietro l’angolo e per me è arrivato il momento della seconda parte delle ferie. Non avrò due settimane consecutive, ma due settimane intervallate da una di lavoro. Escludo così un secondo viaggio dopo SardegnAPedali.
Che fare dunque? Ed ecco l’idea: mentre sulle strade impazza la caccia ai Pokemon, perchè non andare a “caccia di Passi” scalando quelle montagne ancora insesplorate? L’idea mi piace! Ma quali? E dove? Stilo un elenco e trovo diverse zone sulle quali posso concentrarmi. Ipotizzo diversi itinerari e, vedendo dove i diversi percorsi si intersecano, trovo le rispettive località dove sostare.
La prima settimana la trascorro tra Veneto e Trentino, a Cortina d’Ampezzo, che presa fuori stagione smette i panni da signora altezzosa e si pone come più umana e popolare, pur mantenendo il suo tono snob. In realtà a Cortina ci sto ben poco, in quanto ci passo giusto le notti. La mattina parto per il mio giro che mi tiene impegnato per tutto il giorno.
Nella settimana in Ladinia riesco a fare incetta di salite scalando il Passo Tre Croci (2 volte da due versanti diversi), le Tre Cime di Lavaredo, il Passo Cimabanche (2 volte da ambo i versanti), il Passo Falzarego, il Passo Duran, il Passo Cibiana (2 volte da ambo i versanti), il Passo di Montecroce Comelico, il Passo di Sant’Antonio (o Zovo), il Passo Staulanza, il Passo Giau, il Passo Stalle e il Passo Valparola.
La seconda settimana la trascorro invece in Piemonte, a Dronero, in provincia di Cuneo. Ambiente totalmente diverso rispetto alla prima settimana: più spartano e contadino… Più simile a me insomma!
Anche i Passi sono totalmente diversi: asfalto ruvido, spesso rovinato dal tempo, cime povere e brulle con giusto un cartello di legno e poco altro.
In Val Maira riesco a salire sul Colle Sampeyre, Colletta Rossana, Colle Esischie e Colle Fauniera. A due giorni dal rientro, dopo 4km di ascesa del Colle del Preit, il movimento centrale della bici sfortunatamente mi abbandona costringendomi ad abortire la salita, tornare indietro, cancellare il giro in programma e quello del giorno seguente.
Ironia della sorte, l’ultimo giorno di “Esco a fare dei Passi” lo trascorro forzatamente a piedi. Mi ritrovo così sulle mie gambe a oltre 2500 metri autenticamente avvolto dalle montagne, sotto un cielo cupo e pesante. Rimango lì immobile, in silenzio, per un tempo indefinito, con la faccia scolpita dal vento. Mi sento immensamente piccolo e impotente di fronte a tali giganti. Difficile descrivere le emozioni che provo. Non so se quest’anno ci saranno altre occasioni di salire così in alto. So che a breve le vette si imbiancheranno e io mi ritroverò a pedalare in campagna o in collina al massimo, tra i colori caldi dell’autunno prima e tra il bianco dell’inverno poi. Ma so che poi tornerà la primavera, le montagne si scrolleranno di dosso la chioma albina e saranno ancora lì, eterne e pazienti, pronte a farsi scalare e regalare nuove, indescrivibili, emozioni.
Ecco l’elenco di tutte le tappe con descrizione, altimetria e mappa.
Video di “Esco a fare dei Passi”