E’ una domenica di fine settembre, una di quelle neutrali e indifferenti, indecise se schierarsi con l’estate che batte in ritirata o con l’autunno che avanza deciso.
Il meteo sembra promettere bene, ma i brividi sulle braccia dicono il contrario: dar retta alla tecnologia o alle proprie sensazioni? Valutiamo, intanto andiamo.
Il menù di giornata prevede di pedalare verso Bizzarone, piccolo paese che segna il confine tra Italia e Svizzera, per poi raggiungere Mendrisio, Maroggia e da lì iniziare la salita che porta ai 1575m del rifugio Venini. Ritorno a piacere, pranzo al sacco. A farmi compagnia Claudia, che conosce strade e pendenze della zona decisamente meglio di me.
La strada fino all’attacco della salita non è impegnativa nè troppo trafficata: giusto qualche saliscendi utile a scaldare le gambe. Raggiungiamo Maroggia dopo circa 47km e da lì iniziamo a faticare seriamente. Già, perchè la strada non fa sconti e, dopo pressapoco 1000m, si impenna con rampe che si attestano costantemente sul 10% per un paio di km. Si sale in fretta passando dai 273m del paese lungolago, ai 523m di altitudine in poco più di 2km!
Finalmente un po’ di respiro, con la strada che concede una tregua fino ad Arogno (587m). Una breve e secca rampa che oscilla tra il 13 e il 17% conduce alla dogana svizzera (655m) e potrebbe illudere che il peggio sia alle spalle. Invece no: il peggio è di fronte, perchè sorpassato il confine che riporta in Italia, partono una serie di rampe spaccagambe che fanno impressione solo a guardarle. La pendenza media del tratto è segnata al 14%, ma quella massima (che arriva al 20%) è meglio forse far finta di non saperla.
L’agonia però fortunatamente non dura troppo e così raggiungiamo, provati, gli 822m di Lanzo d’Itenlvi.
Finalmente un po’ di respiro, con la strada che spiana e conduce fino a Pigra, dove per il rifugio Venini bisognerebbe prendere la strada a sinistra. Scrutiamo la cima della montagna, avvolta da nuvole dense come il fumo di Londra, mentre la temperatura si attesta sugli 8/10°, facendo intuire che, lassù, le condizioni potrebbero essere ben peggiori.
Decidiamo così di comune accordo di cambiare il percorso e non salire al rifugio, riportando a galla quella spensierata improvvisazione che ha contraddistinto tanti dei miei giri.
Tiriamo dunque dritto al bivio e optiamo per scendere verso il lago di Como. Raggiungiamo così Argegno dopo poco più di 70km, mentre le temperature si fanno più clementi e un timido sole rompe gli indugi nel cielo. Un lago opaco e triste ci scorta fino alle porte di Como, dove abbandoniamo la SS340 per deviare verso San Fermo della Battaglia, che raggiungiamo dopo 95km e una salita pedalabile che ci riporta a quota 400m di altitudine.
Claudia mi convince a puntare dritto verso Varese, promettendomi una pasticceria da capogiro per addolcirmi palato e gambe. Accetto, ma quello che non mi dice è che la pasticceria va guadagnata e sudata perchè prima….
«Ti va di salire a Campo dei Fiori?».
Lei si affida ai ricordi: «Saranno 7, 8 km di salita». Io mi affido alla tecnlogia e guardo la mappa che mi segnala 7km alla cima e altitudine di circa 900m. Ce la possiamo fare, ci convinciamo. Se non fosse che fanno cilecca sia la sua memoria che il mio cellulare, perchè i km di ascesa sono quasi 14 e l’altitudine da raggiungere 1217m. Cediamo entrambi, sconfortati mentalmente da una vetta che è più distante di quello che credevamo e dalle pendenze, costanti intorno all’8%. Non impossibili, intendiamoci, ma abbiamo già 120km e infinite salite nelle gambe.
Nonostante tutto non dermodiamo, mentre la lingua d’asfato si sgretola nel bosco. La giornata volge ormai verso sera e l’aria riprende a farsi pungente, anche perchè buona parte dell’ascesa è in ombra.
Il carattere comunque non ci manca e raggiungiamo l’ambita meta. Peccato che la foschia non ci permetta di godere appieno del panorama, che meriterebbe senza dubbio.
Ci tuffiamo in una fredda discesa, coperti di tutto quello che abbiamo. Il meritato premio che ci concediamo a Varese è lo spettacolare muffin al cioccolato della pasticceria Buosi. Ok, i km sono ormai 140, ma valeva la pena fare tutta quella strada! Per sicurezza, comunque, ne prendo uno da portare con me.
Un ultimo strappo ci fa avvicinare ai 2500D+, ma da lì in poi, la strada si fa in leggera discesa, riportandoci al punto di partenza, dopo 164km e 7h e mezza sui pedali.
Rincaso che è ormai tardi, buio, con una bella stanchezza nella gambe, una nuova salita conquistata e tanti bei panorami apprezzati solo in parte a causa del meteo. Sicuramente da ripetere in una giornata migliore… Se non altro per fare incetta di altri muffin!
Altimetria Maroggia – Lanzo d’Intelvi
Altimetria Campo dei Fiori
Il percorso