Distanza: 140 Km
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Le prime luci del mattino
Fuori sta appena albeggiando e io sto già impazientemente bevendo il caffè. Guardo le borse, le ricontrollo, sento l’ansia della partenza ribollire nelle vene.
Sono da poco passate le 7.30 quando salgo sui pedali e mi avvio, sparendo all’orizzonte. L’aria è ancora fresca, poca gente in giro e il cielo lascia presagire una bellissima giornata. Sarà così. In pochi minuti sono sulla ciclabile Milano – Pavia, partenza di ogni mio viaggio. Ci siamo…
Tra la via Francigena e il west
Lasciata la ciclabile, decido di seguire parte della via Francigena, quasi stessi ricercando me stesso dopo un anno di fatiche, freddo e pioggia. Pellegrino sui pedali, vago in cerca di redenzione. La prima pausa è a Belgioso, dopo poco più di 30 km. Ne mancano ancora tanti oggi, più di 100, ma sono sereno. Belgioso, vicino Pavia, ero abituato a vederlo nei week end, ricolmo di gente. Oggi invece sembra un altro posto, più a misura d’uomo. Dei vecchi discutono poco distanti da me, ma non riesco a capire di cosa.
Mi rimetto in marcia passando paesi molto accoglienti, come Spessa e San Zenone al Po che ha dato i natali al mitico Gianni Brera.
In mezzo scorre il fiume
Passo il Po verso mezzogiorno e percorro forse inconsapevolmente, parte della ciclovia che segue il corso del grande fiume. Quando lo attraverso, lasciando la Lombardia, sento iniziare davvero il viaggio.
Per la pausa pranzo mi sistemo in un parco a Piacenza, dove realizzo a mie spese che cioccolato e caldo non vanno d’accordo. Per la cronaca, sarò costretto a “bere” tutta la tavoletta 😀
Ormai ho percorso circa 80 km, poco più, quindi posso considerarmi a buon punto.
Nella terra di Verdi
Dopo un’ora abbondante di pausa mi sono rimesso in marcia e, con una piccola deviazione tra campi di grano e papaveri, sono passato da Busseto, il paese di Giuseppe Verdi. Davvero una cittadina ben curata e accogliente che giro bicicletta a mano.
Fidenza è uno degli ultimi paesi che passo, prima di giungere nella bella Salsomaggiore Terme. La gente si muove veloce e sorridente tra alberghi, bagni termali e negozi. Mi fermo proprio davanti alle terme, soddisfatto per la prima tappa, festeggiando con un buon gelato. Sono ormai le 17 passate. Decido dunque di andare alla ricerca del campeggio che si trova a Tabiano, distante qualche chilometro, di salita, da Salsomaggiore.
L’incontro con Max. Credo.
Chi mi conosce lo sa, ho il terribile difetto di non ricordare mai i nomi delle persone. Ricordo i visi, ma non i nomi. Ad ogni modo, pochi minuti dopo il mio arrivo al Camping Arizona, mentre sto ancora montando la tenda, è arrivato un altro cicloturista.
Ci siamo presentati e alla fine abbiamo deciso di cenare insieme raccontandoci i reciproci viaggi.
Credo si chiamasse Max (o forse Fabri). Ricordo benissimo che era di Bolzano e che gli mancavano 2 tappe alla fine del suo viaggio… Come ogni cicloturista alla fine di un viaggio era rammaricato perchè “Apprezzo la vita da nomade. In bici“. Come dargli torto. L’anno scorso ha percorso Bolzano – Roma. Quest’anno, dopo essere arrivato a Roma in treno, è ripartito da dove era arrivato l’anno prima per tornare a Bolzano…. Passando da Palermo però. Un grande! Ci siamo raccontati a vicenda le reciproche (dis)avventure e forse avremmo continuato per tutta la notte a parlare se la stanchezza non avesse avuto la meglio.