Giorni di viaggio: 13 giorni (dal 3 al 15 luglio 2015)
Distanza totale: 1121 km
Passi Alpini: 15
Tappe: 13. Ecco l’elenco delle tappe che ho seguito nel mio viaggio
Mappa del percorso: Eccola
Video del viaggio: Eccolo
Prima parte di viaggio (2014): Eccola
Se avete bisogno di altre informazioni o avete curiosità da chiedermi, scrivetemi senza problemi.
E’ difficilissimo raccogliere tutte le emozioni e provare a scriverle. E’ difficile soprattutto perchè questo viaggio non è durato 13 giorni, ma 28 perchè va unito ai 15 del 2014. E se penso che tra i 15 giorni di viaggio del 2014 e i 13 del 2015 ci sia un anno di mezzo… Beh solo ora mi rendo conto che il mio viaggio in realtà è durato oltre un anno.
Già, perchè in un anno tantissime cose cambiano: situazioni, rapporti, circostanze. Forse persino noi stessi cambiamo, pur rimanendo uguali.
Non è semplice prepararsi 6 mesi per un viaggio che non sai bene se sarai in grado di completare, scalare le vette alpine per 15 giorni e poi, a metà, cambiare direzione e tornare al punto di partenza.
Abbandonare le montagne per un anno intero: limitandomi a osservarle da lontano durante l’inveno. Loro lì: placide, silenziose, innevate.
Forse un po’ ingenuamente ho ignorato che su quelle montagne avevo lasciato anche me stesso. Smarrito nel turbine di neve invernale.
Poi ricominciare quella preparazione fisica e psicologica, già affrontata l’anno prima, fatta di fatica, sudore, sacrifici…
Arriva così una nuova partenza per completare quel percorso rimasto in sospeso.
Proprio nel momento in cui chiudo la porta di casa e monto in sella, mi rendo conto che a casa non sono mai tornato.
Perchè in fondo, nel 2014, ho voluto perdermi tra quelle vette.
Un anno dopo sono allora ripartito per tornare da me… E riportarmi a casa.
Ho iniziato a ritrovarmi sul pavè del San Gottardo, con il cuore che sobbalzava allo stesso ritmo delle ruote; tra i ghiacciai del Furka, del Grimsel e dell’Oberaarsee, talmente gelidi da scaldarmi; nelle acque delle cascate e delle fontane, dove ho potuto vedere il mio riflesso, raccoglierlo e berlo; nel mio stomaco, in grado di assimilare cibo in qualsiasi forma e quantità durante il viaggio facendomi sentire sapori che non conoscevo; negli spettacoli come l’Iseran, dove l’unica cosa che riuscissi a chiedermi era se quello che stavo ammirando fosse vero; passando dall’infernale Galibier alla paradisiaca Bonette e comprendendo che erano splendidi entrambi e neanche troppo lontani; ammirando l’infinito, senza ostacoli e comprendendo di essere nulla a confronto; nella “Casse Deserte” dove sbalordito mi chiedevo cosa ci facesse un deserto a 2500m, comprendendo poi che non in tutto c’è un perchè o un motivo… O che più semplicemente è lì per stupirci; nelle notti buie passate in tenda, ascoltando il tempo passare o forse fermarsi; guardando il sole sorgere sulla Lombarda e dipingere ogni cosa, me compreso; nella gente, sempre pronta a darmi una parola di conforto e sostegno, in qualsiasi lingua; nei confini che dividono cose e nazioni, ma che poi in realtà non esistono; negli insetti che mi hanno punto facendomi sentire dolore e allo stesso tempo facendomi comprendere che se provavo dolore in fondo era perchè ero vivo; nel mio respiro affannoso durante la salita, ma che mi riempiva i polmoni di vita; nel mare, al quale sono giunto scalando le montagne. Un controsenso, un’antitesi, una follia, ma che alla fine mi ha permesso di farmi ritrovare me stesso, riabbracciarmi e tornare a casa.
“Per tutti la vita è come un ritorno a casa: cicloturisti viaggiatori, segretari, minatori, agricoltori, mangiatori di spade, per tutti…
Tutti i cuori irrequieti del mondo, cercano tutti la strada di casa.
E’ difficile descrivere cosa provassi allora… Immaginatevi di camminare in un turbine di neve, senza neppure accorgervi di camminare in tondo: la pesantezza delle gambe nei cumuli, le vostre grida che scompaiono nel vento, con la sensazione di essere piccoli… E immensamente lontani da casa.
Casa. Il dizionario la definisce sia come un luogo d’origine, sia come uno scopo o una destinazione… E la bufera, la bufera era tutta nella mia mente“.
#AlpInBici – 2a Parte from I Diari Della Bicicletta on Vimeo.