Quelle che potete leggere di seguito sono solo mie opinioni e come tali vanno prese. Comincio col dire che non ho alcuna pretesa di avere la verità in tasca, ma quella descritta in questa pagina è solo la mia filosofia, il mio pensiero, il mio modo di interpretare la bicicletta.
A mio modesto parere, l’andare in bicicletta, deve essere prima di tutto una passione, un piacere e un divertimento. Nel momento in cui diventa un obbligo; o un peso, meglio lasciare la bicicletta in cantina e fare altro. Per questo motivo non faccio tabelle serrate di allenamento da seguire puntigliosamente, non bado alla velocità, alla frequenza di pedalata, o altri tecnicismi del settore. Esco in bici principalmente quando ne ho voglia. Fortunatamente è una cosa che mi piace fare spesso.
Solitamente vado al lavoro in bici. Non lavorando vicino a casa, riesco a fare mediamente 2 ore e 30′ di bici al giorno tra andata e ritorno. Questo accade tutto l’anno e sostanzialmente con qualsiasi condizione atmosferica. In questo modo tengo un costante allenamento di fondo. Nei week-end mi capita spesso di fare uscite più lunghe: nella stagione invernale principalmente in pianura, in primavera e autunno in collina, in estate in montagna.
Quando si avvicina un viaggio particolarmente impegnativo (10 giorni prima circa), allora provo a fare una sorta di tabella di allenamento, più che altro mentale, al fine di testare me stesso, ma, come detto prima, niente di troppo rigido o che prevarichi il piacere di andare in bici. Non è necessario tenere un allenamento quotidiano come faccio io, ma è sufficiente in fase di progettazione di un viaggio, tenere conto di quella che è la propria preparazione fisica e disegnare delle tappe in linea con quella. Ricordo ad esempio che nei primi viaggi fatti, pedalavo per 50/70 km al giorno, oggi dopo anni, riesco a farne il doppio, ma non esiste la “giusta distanza”. La giusta distanza è quella che siamo in grado di percorrere senza andare eccessivamente in difficoltà. Va tenuto poi sempre presente che un conto è pedalare con la bici, un altro è pedalare con la bici carica di borse e tenda. Un conto è pedalare su un percorso pianeggiante, un altro è pedalare in salita. Ad esempio scalare un passo alpino con i bagagli può risultare già una tappa parecchio stancante, seppure il chilometraggio potrebbe essere esiguo.
I pochi consigli che mi sento di darvi, oltre a quanto scritto sopra, sono di evitare uscite lunghissime seguite poi da inattività prolungata per giorni e giorni. Meglio piuttosto, se riuscite, fare pedalate più brevi, ma frequenti anche perché un viaggio in bici porta inevitabilmente a muoversi giornalmente e il corpo a dover recuperare più in fretta. Ci sono siti, che potete trovare facilmente in rete, che offrono validi consigli e allenamenti appropriati. Non nego di averli consultati per informarmi meglio, ma come detto, non rientrano nella mia filosofia.
Allo stesso modo, troverete racconti di persone che hanno fatto viaggi in bici praticamente senza allenamento. Non è impossibile. Qui entrano in gioco però due cose fondamentali: la volontà e la testa. Potete avere tutto l’allenamento del mondo, ma senza forza di volontà e testa non andrete da nessuna parte. Capitano (personalmente almeno una in ogni viaggio) le giornate storte, le giornate in cui ci si chiede “Chi me l’ha fatto fare?” ed è a quel punto che deve entrare il gioco la testa, per sopperire alle gambe e rinfrancare il vostro animo.
Cuore, testa e gambe. Se ce li avete allenati, siete pronti per il vostro viaggio, da godere sin dalla prima pedalata.
Vi garantisco che tutti i momenti bui, verranno poi spazzati via in un batter d’occhio quando vi renderete conto di avercela fatta.
Buone pedalate!