“La Nesso”, così è comunemente chiamata la salita, prende il nome dal paese di partenza: Nesso. Dai ciclisti che frequentano la zona Lariana è considerata una delle salite più belle della zona per la sua stupenda vista sul lago di Como.
Parto da Milano alle prime luci dell’alba. Nonostante siano da poco passate le 6 fa già caldo e, come hanno annunciato le previsioni, sarà il primo vero giorno d’estate. Finalmente!
Percorro veloce le strade deserte della città, la gente dorme ancora, le scuole sono ormai chiuse e le uniche forme di vita che incontro sono le persone che allestiscono il mercato di via Papiniano.
In poco meno di un’ora sono alla stazione di Cadorna e da lì mi avvio col treno verso Como.
Nonostante siano le 7,30 ci ritroviamo in ben 5 ciclisti sull’ultimo vagone del treno che ovviamente non dispone di uno spazio adeguato per le bici. Caos e traslochi di bici a ogni persona che sale.
Giunto a Como mi fermo un po’ sul lago. Anche qui c’è ancora poca gente in giro: solo qualche anziana signora e dei giovani che corrono lungolago.
Mi avvio attraverso i saliscendi della SS583 che costeggia il lago. Come già fatto in precedenza, ricordo di portarsi una luce posteriore per le 3 gallerie che si passano.
Percorro una 15ina di chilometri prima di giungere all’orrido di Nesso, che merita sicuramente una sosta.
Poche centinaia di metri ancora e svolto a destra seguendo le indicazioni per Sormano. La strada comincia subito ad arrampicarsi e il panorama a nudo sul lago è davvero mozzafiato. La giornata è semplicemente splendida.
La salita è abbastanza regolare, dando anche modo di respirare e godersi il panorama. Mi lascio traviare e, dimenticandomi che si tratta comunque di una salita di 13km e che il tratto più duro sia più avanti, comincio a spingere di buona lena. Sorpasso 3 ciclisti lasciandomeli alle spalle. Giunto in zona Zelbio però torno alla realtà con l’ascesa che si fa decisamente più dura con pendenze più ripide e senza mollare. Rallento e capisco che con quel passo non arriverò alla fine.
In mio soccorso arriva Pian del Tivano, un piccolo abitato dove la strada spiana. La fatica però si fa sentire e così decido di non spingere più di tanto, ma di sfruttare quel tratto di piano per riprendermi.
La vista sul lago è ormai un ricordo, ma i prati che si aprono a destra e sinistra meritano comunque. Sento i campanacci e scorgo una mandria di mucche al pascolo. Mi ricorda i pascoli trentini.
Prima di riprendere l’ultimo tratto di salita invece sono distratto dalla vista di due ragazze che, in costume, si godono lo splendido sole. La distrazione mi costa caro: sbaglio a cambiare nel tratto in cui riprende la salita e la catena cade. Che figura! Mentre armeggio sulla catena sento il sudore colare e noto i 3 ciclisti sorpassati precedentemente, passarmi con un ottimo passo. “Cornuto e mazziato”.
Riparto e mi rendo presto conto di aver fatto bene a non forzare nel tratto piano in quanto ci sono ancora 3 km di salita e, soprattutto il primo, non va sottovalutato.
Giungo alla Colma di Sormano, dove subito dopo l’osservatorio astronomico, la Madonna della Colma si divide tra uno sguardo sulla valle e uno alle persone che si godono il sole sul prato.
Mi godo anch’io il panorama prima di gettarmi in discesa. Una discesa non impegnativa, a parte qualche tratto dove l’asfalto non è perfetto.Raggiungo Erba in poco tempo e da lì, riprendo il treno.
Sul convoglio faccio amicizia con un ragazzo, anche lui di Milano, che oggi ha affrontato il Ghisallo. Parliamo per tutto il viaggio: entrambi cicloturisti… Non mancano gli argomenti. Ci salutiamo giunti a destinazione.
Nei 20 km che mi separano da casa il caldo si fa davvero sentire, anche perchè sono ormai le 3 del pomeriggio, ma anche se con la pelle arrossata, giungo a destinazione.
Della Nesso che dire: è davvero una bella salita che non va assolutamente sottovalutata. Il panorama merita davvero lungo tutto il percorso… Ma soprattutto a Pian del Tivano… Ci si può distrarre troppo 🙂