Distanza: 118 Km
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Sistemazione: Albergo Due Spade (posizionato nel centro del paese, fornito di deposito bici, ottima accoglienza, ottimo rapporto qualità prezzo, disponibilità di cartine percorsi ciclabili locali. Valutazione Personale: 7.5)
Sono circa le 9 quando, dopo un’abbondante colazione e dopo aver caricato le borse, mi rimetto in viaggio sotto un pallido sole e un’aria fredda che spira da nord.
Comincio il giro del lago di Garda da Sirmione risalendo la costa orientale. Il vento, contrario, mi fa faticare più del previsto, ma i continui saliscendi non mi permettono di farci caso più di tanto. Passo attraverso paesi caratteristici, come Peschiera e Lazise dove mi soffermo un po’.
Giunto a Castelletto di Benzone, vengo fermato da un posto di blocco. Mi dicono che la strada è chiusa da lì fino a Torbole, dove devo arrivare prima di svoltare a destra, a causa di una maratona. Preoccupazione e sconforto si materializzano sul mio viso. Mi informo: dicono che la strada rimarrà chiusa sino alle 13,30 e che non vi sono strade alternative. Spiego loro che devo arrivare sino al Lago di Caldonazzo e che, se resto fermo 3 ore, non ci arriverò mai. Benevolmente, mossi da pietà, mi lasciano passare e così sarà anche per i 3 posti dove verrò bloccato successivamente. Praticamente percorro tutta la strada lungolago, alternandola con la ciclabile ove presente di modo da non interferire coi corridori, in totale assenza di traffico veicolare. Stupendo. I maratoneti sono un serpentone infinito, la gente ai bordi delle strade li applaude, io chiudo gli occhi e fingo siano per me. Nel frattempo il pallido sole è uscito di scena, lasciando spazio a nuvole grigie. Per fortuna niente pioggia.
Passato il bivio di Torbole, mi inerpico a Nago (300m) per poi proseguire verso Mori. Da qui prendo la “Pista ciclopedonale valle dell’Adige” che, tra meleti e vigneti, mi conduce sino a Rovereto e oltre. Il freddo intanto mi entra nelle ossa. La maglia termica e il collare che indosso dalla mattina non bastano più. La temperatura è scesa a 9° e devo correre ai ripari con paraorecchie e giubbottino impermeabile.
A scaldarmi però ci pensa la salita che parte da Mattarello: 8 km che mi conducono ai 750m di Vigolo Vattaro. Impressionanti i primi 2 km che toccano pendenze del 17%. Una rapida picchiata mi porta poi a Caldonazzo.
La discesa mi ha di nuovo raffreddato. Il paese è in festa, mentre il cielo comincia a scurirsi. Mi procuro un sacchetto di caldarroste che hanno la funzione principale di scaldarmi le mani. Dopo cena vorrei fare un altro giro nelle vie di Caldonazzo, ma le mie ossa sono troppo stanche e fredde per rinunciare alle coperte.