Distanza: 117 Km
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La ciclabile del Naviglio, della Martesana e dei laghi sud
Questa mattina sono salito in sella alle 8,30 e, dopo le foto di rito, mi sono incamminato lungo la ciclabile Milano – Pavia in direzione Milano. Mi è sembrato strano: sono abituato a passare da Pavia all’inizio di ogni viaggio, ma questa volta non è stato così. Ancora più strana è stata la sensazione di fare la stessa strada che percorro ogni mattina per andare a lavoro, ma farlo con tenda e borsoni ricolmi, mi ha dato la sensazione astuta di averla fatta franca. Come quando da ragazzo marini la scuola e nessuno ti scopre. In realtà è semplicemente un giorno di ferie, ma fingo di non saperlo.
Il sole splende alto nel cielo e una tiepida brezza mi accompagna lungo tutto il percorso sino alle porte di Milano, caotica anche in un qualsiasi venerdì d’agosto.
Arrivato in via Melchiorre Gioia, ho imboccato la ciclabile che segue poi il corso della Martesana. Il distacco dal caos e dalla frenesia cittadina è totale, lasciando spazio alle immagini pastello delle case adagiate lungo la Martesana. E’ una ciclabile totalmente staccata dal traffico e bellissima da percorrere.
Giunto nel parco dell’Adda, subito dopo Trezzo, ho oltrepassato il fiume non senza difficoltà: per salire sul ponte infatti bisogna sollevare la bici… E farlo quando è carica di tenda e bagagli non è cosa agevole. Ad ogni modo, “guadato” l’Adda con qualche maledizione, ho proseguito il mio itinerario seguendo la ciclovia dei laghi sud, che mi ha condotto sino a Cortenuova e forse oltre. Non si tratta di una ciclabile continua, ma di un percorso ben segnalato che alterna tratti di piste ciclabili a tratti a basso traffico immersi nelle campagne della pianura padana.
Pausa pranzo, solo con un cane
Per pranzo mi sono fermato in un piccolo parco, su una panchina ombreggiata, alle porte di Pagazzano, un paese molto caratteristico per via della fortezza medicea, con tanto di fossato pieno d’acqua attorno.
Sarà stata la giornata torrida, il panino ben imbottito, ma fatto sta che pian piano e senza accorgermene (o forse ignorando la cosa) sono scivolato adagiandomi sulla panchina e il sonno ha avuto la meglio.
Dopo un’ora abbondante di sonno profondo, avevo la netta sensazione di sentirmi osservato. Ho aperto un occhio, trovandomi al cospetto di un labrador incuriosito dal ciclobarboneturista 🙂
Salutato il cane, mi sono rimesso in cammino.
Liscio come l’Oglio. O quasi.
Sono arrivato fino a Sarnico, primo paese che ho incontrato sul Lago d’Iseo, seguendo il corso del fiume Oglio. Altri 10 Km mi hanno condotto a Iseo.
Trovare un campeggio libero per il primo week end d’agosto non è stata impresa semplice, ma alla fine ce l’ho fatta, sistemandomi tra gli alberi sulla riva di un canale utilizzato per ormeggiare le barche che si immettono o lasciano il lago.
Cena: ragù alla pasta
La cena è stata la prima occasione di testare il fornello, new entry di questo viaggio. Menù serale: pasta al ragù, che in verità si è poi rivelata essere un ragù alla pasta. Ad ogni modo era buonissima. Beh forse non era poi così buona, ma lo era per me… E soprattutto, dopo 117 km sui pedali, sarebbe stato buono anche un pezzo di barca ormeggiata sul canale. Ben cotta.
Dopo cena è stata la volta di un breve giro a Iseo. La gente in paese era numerosa, intenta nel pellegrinaggio tra bar, pub e chioschi. Per me la giornata si è conclusa dopo un tramonto da favola e un gelato alla nocciola.