Ci sono salite particolari, uniche e divertenti. Spesso sono ascese poco note, ben nascoste o insospettabili. E’ il caso di Monterosso, che io e Claudia scopriamo per caso grazie a internet e che decidiamo di scalare pochi giorni dopo.
Dicembre è ormai inoltrato: luci, presepi, alberi e babbi natali di ogni dimensione, popolano i paesi e le strade. L’aria è pungente, ma il sole che splende lontano nel cielo, ci fa sembrare tutto più piacevole. Partiamo da casa, quando l’asfalto porta ancora i segni dell’umidità notturna. Tempo una 20ina di Km ed eccoci a Sesto Calende, facilmente raggiungibile in treno e che potrebbe essere preso come punto di partenza se volete percorrere questo stesso giro.
A Sesto superiamo il ponte sul Ticino e varchiamo il confine piemontese. Seguiamo la SS33 che costeggia il lago maggiore e, in pochi Km, ci lasciamo alle spalle la zona dei centri commerciali di Castelletto Ticino, ancora poco affollata. Superiamo anche Arona mantenendoci sulla strada principale che si stacca momentaneamente dal lago senza passare dal centro. Il traffico si fa via via poco intenso e, in sequenza tra un saliscendi e l’altro, ci lasciamo alle spalle Lesa, Belgirate, Stresa, Baveno, Feriolo e il ponte sul Toce, ancora alto dopo le copiose piogge novembrine. Da Fondotoce, la strada è affiancata da una ciclabile intermittente che ci accompagna fino alle porte di Verbania, dove abbandoniamo la SS34 per seguire la strada lungolango che porta verso il centro cittadino, dove ci attende la Pasticceria Pinton, meta fissa quando passiamo da Verbania.
A questo punto abbiamo percorso 61km (41 partendo da Sesto Calendo) e, rigenerati da due crostatine, siamo finalmente pronti ad affrontare l’ascesa di giornata. Imbocchiamo il viale Giuseppe Azari per circa 1,5Km e, facendo bene attenzione alle indicazioni per l’Azienda Agricola Monterosso, imbocchiamo l’omonima via sulla sinistra. Le prime rampe iniziano da qui e si sondano tra le abitazioni di Verbania, che ben presto lasciano spazio a un bosco di faggi via via sempre più fitto.
A destare curiosità però, è il numero di tornanti che si affrontano per salire: alla fine saranno 32 in 6Km di salita per arrivare a un’altitudine di circa 600m. Impressionante! E’ un continuo andirivieni, quasi fossimo il batacchio di un pendolo, tanto che anche il mio Garmin a tratti non comprende se sto salendo o scendendo, se sono sul tornante più su o più giù! Nonostante le continue curve, le pendenze sono di tutto rispetto e si attestano costanti sull’8/9%, ma con punte all’11/12%. C’è da dire però che i continui tornanti danno modo di riprendere tranquillamente respiro. Il traffico è pressoché nullo: tra salita e discesa incrociamo 3 macchine in tutto. Arrivati in cima, la strada si divide: quella sulla destra (seguendo la quale è necessario oltrepassare il cancello) porta all’Azienda Agrituristica il Monterosso (attenzione ai giorni di chiusura della tenuta e alle canaline di scolo), mentre quella sulla sinistra prosegue per poche centinaia di metri offrendo un bellissimo panorama sul lago Maggiore, prima di diventare sterrata. Riguardando la spirale d’asfalto alle nostre spalle, appare come un vorticoso cavatappi!
La discesa va percorsa riprendendo la strada da dove siamo saliti. Anche se affrontata nei giorni più freddi non vi congelerete, dato che sarete spesso costretti a frenare sul tornante. Unica accortezza: bisogna prestare attenzione alle foglie che tendono a depositarsi sull’asfalto.
Tornati a Verbania, si aprono ora due alternative: ripercorrere a ritroso la strada dell’andata e tornare a Sesto Calende. Avrete così completato un giro di 96Km e il vostro percorso sarà questo (scarica file.gpx).
Se invece volete rientrare seguendo la sponda opposta del lago Maggiore, potete fare come noi: scesi da Monterosso abbiamo proseguito per un paio di Km fino a raggiungere il porto di Intra. Da qui partono soventemente i traghetti che conducono persone e veicoli dalla parte opposta a Laveno Mombello (costo viaggio più bici 5€, tempo di navigazione 20′. Questo il sito).
Scesi a Laveno, potete seguire la SP69 che costeggia il lago Maggiore dalla sponda Lombarda e che vi ricondurrà a Sesto Calende dopo 86Km, un buon Monterosso e una gita in battello.
In questo secondo caso il vostro percorso sarà questo (scarica file.gpx).
Noi, ancora inebriati dal Monterosso, preferiamo lambire il lago di Varese e Comabbio, prima di fare ritorno a casa, dopo 118Km.